Il 14 Ottobre 2016 Genova è stata colpita da una ormai consueta, in questo periodo dell’anno, tempesta che ha provocato la caduta di molti alberi secolari causando importanti danni e disagi alla collettività. A Genova alberi secolari divelti come fuscelli e ancora una volta si tira un sospiro di sollievo poiché nonostante i danni materiali nessuna persona ha subito danni fisici.
Ed ancora una volta la collettività rimarcherà il fatto che le stagioni ormai sono cambiate ed occorre rassegnarsi a quella che diventerà una consuetudine di questa stagione.
A breve tutti, salvo le persone danneggiate, dimenticheranno l’accaduto, almeno fino al prossimo anno.
Ma è proprio vero che non è possibile prevedere la caduta di un grande albero e porvi rimedio? Gli esperti di settore sanno bene che non è così!
ZenaZone.it ha voluto approfondire la questione ed ascoltato l’opinione in merito di Marco Corzetto, agronomo ed esperto del settore; ecco quanto ci ha dichiarato.
“Personalmente sono gestore di parchi e viali cittadini, per lo più circoscritti nella zona compresa tra Nervi e Quarto… in questa zona dove centinaia di alberi sono caduti neppure una pianta sotto la supervisione mia e dei miei collaboratori ha subito danni, solo fortuna? Forse no, poiché a breve distanza da queste aree numerose piante hanno e causato importanti danni.
Se osserviamo attentamente le foto che ritraggono le piante schiantatesi al suolo notiamo alcuni importanti segnali premonitori di ciò che sarebbe avvenuto: le essenze che hanno subito rotture sono state prevalentemente i cipressi e gli allori; i pini si sono invece abbattuti al suolo per scalzamento della massa radicale.
La scala Baufort che misura l’intensità dei venti ci insegna che a quote elevate la spinta del vento è superiore rispetto a quelle più basse; la chioma delle piante è paragonabile alla vela di una barca… più estesa essa è, maggiore è la spinta che riceve dal vento.
Analizzando le essenze che hanno subito danni negli scorsi giorni scopriamo che molti dei cipressi interessati presentavano una chioma frastagliata e non compatta con evidenti anomalie strutturali.
Gli allori erano per lo più polloni derivanti da un vecchio ceppo tagliato ed evidenziavano palesi cavità e marcescenze del tronco.
I pini invece si accrescevano su un tronco altissimo e chioma molto espansa… ed erano privi di radici! Di norma lo sviluppo orizzontale di un apparato radicale supera la proiezione della chioma.
Le piante che sono cadute presentavano invece una zolla radicale non più larga di m 2,50…come avrebbero potuto sopportare la forza dei venti? Era semplicemente una questione di tempo… prima o poi sarebbero cadute comunque.
Analizziamo ancora le foto del disastro: la terra scalzata presentava due orizzonti ben definiti, uno superficiale pari a circa 20 cm con terra scura, necessario per lo sviluppo del manto erboso ed uno sottostante, argilloso e difficilmente colonizzabile dalle radici a causa delle caratteristiche di “compattezza” che possiede.
Possiamo ancora aggiungere che Genova è una città che poggia le sue basi su roccia…..in pratica il sottosuolo è composto da impenetrabili pietre sulle quali le radici degli alberi scorrono; poca terra implica uno sviluppo superficiale dell’apparato radicale delle piante.
Genova è una città costiera ed i venti soffiano impetuosi in alcuni periodi dell’anno…..
Il verde permette la sopravvivenza del genere umano e gli alberi purificano l’aria, assorbono i rumori, mitigano il clima…è giusto quindi privarsi degli alberi secolari per ragioni di sicurezza?
In un’epoca dove tutto è regolamentato da norme e collaudi come è possibile che gli imponenti alberi presenti in città non vengano sottoposti ad adeguati controlli?
Vengono imposti i collaudi delle auto, il controllo dei fumi delle calderine, gli impianti elettrici a norma….ma nessun controllo è invece previsto su alberi che vegetano in città ed ai margini di strade trafficate!
E’ bene segnalare che la materia “arboricoltura” al pari di ogni altro settore, ha avuto nel tempo importanti evoluzioni tecnologiche…..lo studio che qui rappresento (www.studiotecnicodelverde.it), all’interno del quale operano numerosi professionisti di settore, ha in dotazione le più moderne tecnologie di previsione di caduta degli alberi:
- il tomografo sonico, che esegue una TAC del tronco evidenziando le percentuali di legno sano o degradato;
- il resisitograph, attraverso il quale e per mezzo di una sonda è possibile conoscere la tenacità dei legni e la presenza di cavità interne alla sezione dell’albero;
Ma è senza dubbio l’analisi SIM il fiore all’occhiello del lavoro che possiamo compiere, poiché siamo tra i pochi Studi professionali ad essere in grado di applicare questa forma di osservazione che permette di calcolare perfettamente il rischio di caduta dell’esemplare.
Per apprendere le tecniche di analisi gli operatori dello Studio si sono recati più volte in Germania per seguire i corsi di apprendimento e acquisire l’uso di una complessa strumentazione scientifica che attraverso una serie di sensori posti sul tronco è in grado di misurare le oscillazioni dei legni e verificare la loro resistenza e quella delle radici della pianta.
Si tratta della forma di indagine più avanzata ed è stata in grado di prevenire la caduta di molte piante presenti sul nostro territorio, salvandone molte altre ritenute da alcuni tecnici dopo superficiali osservazioni visive, a rischio di caduta.
Un’ampia documentazione e galleria fotografica è presente sul nostro sito www.studiotecnicodelverde.it.
I detrattori della gestione del verde certamente sosterranno che mancano i soldi per eseguire le analisi degli alberi, noi ci limitiamo ad affermare che prima o poi il conto si paga sempre! Quanto ci costano in danni morali e materiali, quando sono solo questi, gli eventi che avvengono ogni anno sul nostro territorio?
Per quale ragione non destinare risorse della collettività per finanziare maggiori interventi di gestione del verde?
Quello che ho qui descritto susciterà un pò di interesse per alcuni, e mal di pancia per altri…..tra pochi giorni nessuno ricorderà quanto si è cercato di fare capire.
Tra un anno, o tra pochi giorni, altri alberi secolari cadranno….. la natura effettua le potature ed i diradamenti che l’uomo si rifiuta di attuare……
E’ proprio vero, il clima è cambiato……..un tempo i giardini di Genova erano il fiore all’occhiello della nostra bellissima città“.
Grazie a Marco Corzetto. Il nostro articolo invece rimarrà e nel suo piccolo servirà come memoria affinchè nessuno in futuro possa superficialmente solo dire: “colpa del vento troppo forte e imprevedibile, non si poteva fare nulla”.
ZenaZone.it ‘A Genova alberi secolari divelti come fuscelli: colpa del vento o dell’uomo?’
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